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Non sapevi altro

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Non sapevi altro prima di morire

se non il sentimento della fine

imminente - la leggevo negli occhi:

chiara, opaca e beffarda vi apparse;

 

il ghigno nelle pupille trafitte

da una sofferenza insanabile

- immane il dolore nel corpo morente,

straziata l'anima, lacerati i sentimenti

dilaniato dai morsi presaghi

il tempo residuo e le ore contate

su di un altro quadrante, senza più luce.

 

Ricordo degli ultimi giorni

il respiro fetale, la raccolta delle ossa

nella forma della carne alla prima luce

 

e gli ultimi istanti ceduti alla resa,

l'abbandono di ogni contesa, il rifiutò

di ogni offerta ulteriore di vita.

 

Così ci siamo detti più nulla,

vietato agli sguardi l'accesso,

ma più nulla ci sarebbe stato da dire,

solo il silenzio era degna parola

nell'agone del tuo lento morire.

 

 

 

 

 

 

 Franca Colozzo - 18/02/2018 17:55:00 [ leggi altri commenti di Franca Colozzo » ]

Non c’entra niente con la tua poesia: era un errata-còrrige alla mia poesia "Alice e il carrubo". Scusa la confusione. Buona serata.

 Franca Colozzo - 18/02/2018 17:48:00 [ leggi altri commenti di Franca Colozzo » ]

Errata corrige: "Nella dura corteccia della vita", anziché
"Nella dura corteccia dalla vita".

 Sara Cristofori - 18/02/2018 14:54:00 [ leggi altri commenti di Sara Cristofori » ]

siamo sempre disarmati di fronte alla morte, che pur essendo la nostra unica certezza, ci coglie sempre all’improvviso... sempre bravissimo e se posso ti abbraccio

 Ferdinando Battaglia - 12/02/2018 06:28:00 [ leggi altri commenti di Ferdinando Battaglia » ]

È l’immagine di una rosa appena sbocciata ogni tuo passaggio, Laura - la rosa del tuo vaso sul tavolo, mentre scrivi davanti la finestra -, di una rosa che mai vedrà cadere i suoi petali, ma non perché innaturale o di plastica, ma perché preservata da una grazia poetica particolare.

 Laura Turra - 12/02/2018 05:23:00 [ leggi altri commenti di Laura Turra » ]

La morte è sempre uno strappo, per chi ci lascia e per chi resta.
In questi tuoi versi c’è tutto il dolore e la drammatica realtà di un istante che si porta dentro il mistero più grande dell’esistenza davanti al quale, come dici, solo il silenzio “è degna parola”. Un forte abbraccio, Nando!

 Ferdinando Battaglia - 11/02/2018 23:20:00 [ leggi altri commenti di Ferdinando Battaglia » ]

Grazie, Franca, emozionato dalla lettura del tuo commento; grazie, Salvatore, voce sempre presente e voce gentile del sito.

 Salvatore Pizzo - 11/02/2018 20:51:00 [ leggi altri commenti di Salvatore Pizzo » ]

Toccante, anzi: disarmante, di fronte a tanto dolore ed alla morte certa, non si può che tacere, seppure non arresi...
Un carissimo saluto...

 Franca Colozzo - 11/02/2018 17:56:00 [ leggi altri commenti di Franca Colozzo » ]

La consapevolezza della fine imminente pare avvitare la nascita e la morte in un tutt’uno: il punto d’inizio e la fine, l’Alfa e L’Omega.
Resta un ricordo difficile da dimenticare quel ghigno nelle pupille della persona cara mentre, in agonia, sta lentamente lasciando questo mondo per avviarsi verso l’ignoto, verso un tempo d’un "quadrante, senza più luce".
Nelle parole mute - perché ormai senza senso - sulla bocca del congiunto che assiste al trapasso trova spazio un impenetrabile silenzio, l’unico in grado di colmare la distanza tra i due, ormai incommensurabile.
Spero di aver interpretato bene la tua poesia che ha colto l’attimo del trapasso di una persona a te cara in questo sofferto ricordo.
Buona serata. Franca

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